Alimentare il domani

Australia: è la volta buona con le rinnovabili?

Il risultato delle recenti elezioni fa sperare in un futuro più green per il Paese

La vittoria dei laburisti alle ultime elezioni, dopo nove anni di governo da parte della coalizione liberal-conservatrice, ha riacceso le speranze dei cittadini nei confronti di un futuro più green, dopo anni di disimpegno sulle questioni climatiche e ambientali da parte di Scott Morrison, premier uscente, accusato di aver sottovalutato i rischi della crisi climatica in atto.

L’Australia è alimentata per 2/3 da fonti fossili, e l’energia da fonti rinnovabili riesce a ricoprire a malapena il 10% dell’energia totale, detenendo, pertanto, un tasso d’inquinamento pro capite fra i più alti del mondo, sebbene sia il Paese ideale per sperimentare un nuovo sistema energetico alternativo. 

Il nuovo leader australiano Anthony Albanese punta a trasformare il continente in una super potenza delle rinnovabili e porre fine alle “guerre per il clima”, puntanto a ridurre del 43% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e ad azzerarle entro il 2050. 

Nel continente australiano, infatti, sono iniziate installazioni di impianti rinnovabili nell’ottica di arrivare, nei prossimi decenni, al 100% green e trasformare il volto dell’economia. 

L’Australia è alimentata per 2/3 da fonti fossili e l’energia proveniente da fonti rinnovabili riesce a coprire a malapena il 10% dell’energia totale

Valutando l’estensione e i dati della popolazione presente all’interno del paese (7.617.930 km² con una densità di popolamento pari a 23.000.000), i ricercatori dell’Università di Melbourne hanno fatto una previsione indicando in 25 TWh annui il valore complessivo dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno nazionale e indicando le percentuali di copertura da fonti rinnovabili perseguibili: eolico 59%, fotovoltaico 15%-20%, idroelettrico e biocarburante la restante parte. 

Grazie alla recente presa di coscienza della problematica situazione che colpisce il continente e alla necessità di promuovere una rapida crescita dell’energia rinnovabile, il governo laburista ha lanciato il piano verde Powering Australia. 

Progetto grafico: Futura

Questo progetto punta a creare oltre 600.000 nuovi posti di lavoro e mobilitare investimenti per 76 miliardi di dollari australiani, inoltre, tra le iniziative annunciate, si parla di investire 20 miliardi di dollari per espandere e potenziare la rete elettrica nazionale, in modo che possa gestire quantità crescenti di elettricità rinnovabile.

Previsto poi un co-investimento pari a 100 milioni di dollari per creare 85 banche solari che forniranno elettricità condivisa a costi competitivi a più di 25.000 abitazioni di famiglie a basso reddito, che non hanno la disponibilità economica per installare individualmente pannelli fotovoltaici sui tetti.

Altro obiettivo è realizzare 400 batterie “di comunità” (200 milioni di dollari di investimento complessivo) per supportare la rete e fornire servizi di accumulo energetico condiviso a 100.000 abitazioni con impianti fotovoltaici.

Tuttavia, non vi è nessun accenno, invece, a un calendario di uscita graduale dal carbone e secondo il centro di ricerca Climate Analytics questa rimane una grave mancanza in un piano energetico e industriale che possa dirsi compatibile con lo scenario net-zero 2050. 

Secondo il Climate Change Performance Index del 2022, l’Australia si colloca al 58° posto a livello globale e ha ricevuto una valutazione “molto bassa” per le sue prestazioni in ogni categoria del CCPI: emissioni di gas serra, energie rinnovabili, uso dell’energia e politica climatica.

Secondo il Climate Change Performance Index 2022, l’Australia si colloca al 58° posto a livello globale e ha ricevuto una valutazione “molto bassa” per le sue prestazioni in ogni categoria del CCPI: emissioni di gas serra, energie rinnovabili, uso dell’energia e politica climatica.

Considerando questi dati, non sorprende che molti australiani abbiano definito le ultime “climate elections” e che abbiano votato tenendo a mente l’impegno dei partiti sul fronte dell’impatto ambientale.

La lotta contro il cambiamento climatico rimane ad oggi una sfida da perseguire a livello globale, ma l’Australia si sta muovendo verso la realizzazione di ambiziosi progetti da per trasformare la sua economia. I risultati potrebbero essere raggiunti attraverso investimenti pubblici diretti o con finanziamenti agevolati, il vantaggio di questo approccio sarebbe dovuto al fatto che si tratta di agenzie fuori dal bilancio nazionale e che quindi non contano nelle misure del debito pubblico, che è destinato a crescere nei prossimi anni a causa delle spese sostenute a causa della pandemia.

30 giugno 2022