Energia alle imprese

A Google piace caldo

Combinando i suoi avanzati sistemi di machine learning con impianti di energia geotermica di ultima generazione, l’azienda punta a potenziare la sua strategia per alimentare con fonti rinnovabili i suoi data center 

A Google si sa, l’ambizione non manca, anche quando si parla di sostenibilità. La sua strategia green sul lungo termine mira abbattere l’utilizzo di combustibili fossili entro il 2030. Nel corso del Google I/O 2021, l’azienda ha annunciato di voler utilizzare l’energia geotermica per alimentare i data center e le strutture del Nevada. 

Questo progetto prevede il coinvolgimento di Fervo Energy, una start up innovativa che punta a “sbloccare” il potenziale del geotermico come fonte di energia alternativa. L’idea è affiancare gli impianti geotermici a altre risorse rinnovabili già in uso (solare, eolico), per raggiungere l’obiettivo di alimentare i propri data center con energia pulita 24/7.

Photo: MikeGoad/Pixabay

Per millenni, l’umanità ha sfruttato il centro caldo della Terra. Sostanzialmente, i processi di decadimento nucleare degli elementi radioattivi presenti nelle profondità della Terra (uranio, torio, potassio) generano temperature elevatissime che riscaldano sorgenti d’acqua termali. Il calore prodotto da queste sorgenti può essere convogliato in superficie tramite pompe è convertito in energia termica o elettrica, a seconda della destinazione d’uso.

Rispetto a altre fonti rinnovabili, l’energia geotermica offre il vantaggio di essere sempre disponibile. Il sole non può splendere per sempre, né il vento soffiare in continuazione, per cui gli impianti eolici e solari non sono in grado di garantire l’approvvigionamento continuo necessario ad alimentare sistemi che devono essere operativi h24.

Per millenni l’umanità ha sfruttato il centro caldo della Terra. Le temperature elevatissime generate al suo interno riscaldano sorgenti d’acqua termali, il cui calore può essere convogliato in superficie e convertito in energia termica o elettrica.

Perché allora gli impianti geotermici sono così poco diffusi? Il principale limite è legato alla difficoltà di reperire “reservoir”, cioè sorgenti di acqua termale dalle quali attingere. In aggiunta a ciò, la realizzazione degli impianti ha costi molto proibitivi che rendono difficile l’adozione dell’energia geotermica su larga scala. Gli Stati Uniti, per esempio, producono già la maggior parte dell’energia dalle centrali geotermiche a livello globale, ma si tratta comunque di meno della metà dell’elettricità generata nel Paese.

Tornando al progetto di Google, il compito di Fervo sarà proprio quello di risolvere i problemi connessi agli impianti geotermici tradizionali. Per farlo, la start up sta puntando sui cosiddetti EGS (Enhanced Geothermal System). Si tratta, come suggerisce il nome, di impianti geotermici “migliorati” rispetto a quelli tradizionali. In pratica, si introduce acqua in maniera artificiale in corrispondenza di serbatoi o giacimenti geotermici, già predisposti a produrre energia elettrica sfruttando il vapore generato dall’acqua piovana che penetra in profondità. Pompando maggiori quantità di acqua, gli EGS puntano a rendere economicamente più vantaggiosi i giacimenti geotermici naturalmente esistenti, generando un maggior ritorno sull’investimento. 

Gli EGS (Enhanced Geothermal System) sono impianti di ultima generazione che puntano a rendere economicamente più vantaggiosi i giacimenti geotermici naturalmente esistenti, generando un maggior ritorno sull’investimento. 

Dal canto suo, Google metterà a disposizione le proprie competenze in materia di Intelligenza Artificiale e machine learning per rendere più efficienti gli impianti e monitorare costantemente la produzione, calibrandola anche in base alla domanda. 

Utilizzando cavi a fibra ottica all’interno dei pozzi, Fervo sarà in grado di raccogliere dati in tempo reale su flusso, temperatura e prestazioni del giacimento geotermico. Questi dati permetteranno di identificare con precisione dove si trovano le risorse e controllare il flusso a varie profondità. In combinazione con i sistemi di Intelligenza Artificiale e machine learning, questa tecnologia può quindi aumentare la produttività degli impianti, rendendo potenzialmente sfruttabile l’energia geotermica in molti altri siti. 

 

 

Come funziona un impianto EGS | ResearchGate

Secondo lo scienziato Graeme Beardsmore è improbabile che il progetto di Google per i data center in Nevada possa essere davvero rivoluzionario, ma contribuirà sicuramente a stimolare la ricerca e sviluppo in questo settore. Del resto, gli investimenti di Google in EGS risalgono al 2008, a dimostrazione di quanto creda nel potenziale di questa tecnologia. A proposito della collaborazione con Fervo, l’azienda ha recentemente dichiarato che questa operazione punta proprio a fare in modo che gli impianti geotermici di ultima generazione possano imporsi come fonte rinnovabile affidabile, per sostituire definitivamente i combustibili fossili e alimentare a energia pulita molti più data center.