Modelli Futuri

La Grecia scommette sull’eolico

Il Paese sta sfruttando le proprie isole per effettuare esperimenti innovativi nel campo della green economy.

Sul Mar Egeo, battuto dal vento, sul versante più a ovest di una delle isole più grandi della Grecia, si erge un modesto edificio in pietra. A vederlo dall’esterno nessuno penserebbe mai che si tratti di un baluardo della lotta al cambiamento climatico. 

L’isola in questione è Naxos e l’edificio di cui si parla nasconde al suo interno una nuova centrale elettrica che, attraverso un cavo elettrico sottomarino lungo 180 miglia, si collega a tutta una serie di parchi eolici sparsi per l’arcipelago. 

L’obiettivo ultimo è quello di permettere alle isole prima, e all’intera penisola poi, di emanciparsi dall’uso di combustibili fossili e produrre energia esclusivamente da fonti rinnovabili e presenti in abbondanza, come il sole e il vento. 

La Grecia vuole emanciparsi dall’uso di combustibili fossili e produrre energia pulita sfruttando le fonti rinnovabili a sua disposizione, cioè sole e vento. 

Sembrerebbe strano a dirsi per la Grecia, prostrata dalle crisi (finanziarie e sanitarie) che si susseguono da quasi un decennio.

Per dare slancio  all’economia, il governo guidato da Kyriakos Mitsotakis, in carica dal 2019, ha puntato tutto su Greece 2.0, piano nazionale di ripresa e resilienza che mira soprattutto a raggiungere l’indipendenza energetica attraverso un ambizioso programma di transizione, che prevede investimenti per la produzione di energia rinnovabile e l’aggiornamento dell’infrastruttura elettrica esistente. 

I finanziamenti europei ottenuti attraverso il Recovery Fund (30 miliardi di euro, pari a 35 miliardi di dollari) forniranno un ulteriore incentivo anche per le aziende interessate a investire, come BlackRock, Quantum Energy Partners e Fortress Investment Group. La Grecia, infatti, può vantare un potenziale energetico elevato, sia per il fotovoltaico che per la produzione eolica offshore.

La centrale elettrica costruita sul versante ovest dell'isola di Naxos, abilmente camuffata. | New York Times

Nonostante turbine e pannelli siano già presenti in tutto il territorio nazionale, fino al 2017 il Paese è stato dipendente dal carbone e dall’industria petrolifera, che ostacolava ogni tentativo di cambiamento. I generatori di energia elettrica presenti sulle isole, alimentati a petrolio, producevano emissioni pari a circa 2,8 milioni di tonnellate di carbonio all’anno. I potenziali investitori erano scoraggiati dalle tempistiche burocratiche, che imponevano di attendere fino a dieci anni per ottenere le licenze di costruzione. Un’attesa che il governo attuale ha promesso di snellire. 

Nonostante turbine e pannelli siano già presenti sul territorio nazionale, fino al 2017 il Paese è stato dipendente dal carbone e dall’industria petrolifera. 

Il progetto della centrale elettrica di Naxos e del cavo sottomarino che la collega alle centrali dell’intero arcipelago, punta a efficientare l’infrastruttura energetica nazionale affinchè il 60% dell’energia provenga da fonti rinnovabili entro il 2030 e si possa raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il cavo sottomarino servirà a collegare diverse isole, tra cui Mykonos e Santorini, alla rete elettrica sulla terraferma, quadruplicando la loro capacità energetica. Un altro cavo servirà a connettere il Peloponneso e Creta, l’isola più grande della Grecia e quella più promettente sul fronte dell’energia solare ed eolica. La presenza di questo impianto ha messo fine ai frequenti blackout che, per anni, hanno reso difficile la vita sulle isole, interrompendo l’illuminazione dei monumenti o costringendo i ristoranti e altre strutture ricettive a chiudere in anticipo. 

In parallelo, si punta a trasformare altre venti piccole isole in “campi di prova” per aziende come Volkswagen che, ad Astypalaia, sta provando a sostituire i veicoli tradizionali con auto e bus elettrici, alimentati a energia solare. Su Halki, un’isola di soli 300 abitanti, il colosso dell’energia francese Vinci sta realizzando impianti fotovoltaici per alimentare l’illuminazione stradale, domestica e industriale. 

Turbine eoliche sulle colline di Naxos | New York Times

Nonostante i diversi benefici che potrebbero derivare dalla trasformazione verde, le associazioni ambientaliste pongono l’attenzione sul fatto che le turbine eoliche vadano a deturpare il paesaggio, disincentivando il turismo. Per ovviare a questo problema, si sta pensando di installare turbine galleggianti e piattaforme solari direttamente in mare. Altre perplessità derivano dalla necessità di far fronte all’ingente crisi occupazionale nell’industria mineraria, considerato che l’ultima miniera attiva sarà chiusa entro il 2025. 

Un report della Bank of Greece mostra come Greece 2.0, puntando su transizione ecologica, digitalizzazione, agricoltura e turismo sostenibile, dovrebbe contribuire ad aumentare il PIL del 7% entro il 2026, aumentando del 20% gli investimenti privati. Se gli obiettivi saranno raggiunti, il Paese potrà forse lasciarsi definitivamente alle spalle uno dei periodi più drammatici della sua storia.