Alimentare il domani

Guerra e lotta al cambiamento climatico

L’improvvisa spinta a ridurre la dipendenza dell’Europa da gas e petrolio russo potrebbe velocizzare gli investimenti in risorse sostenibili, senza trascurare la necessità di garantire approvvigionamento energetico costante

In poco più di un mese, l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato una serie di cambiamenti a livello non soltanto geopolitico ma anche energetico. Come abbiamo già scritto, diversi Paesi a lungo dipendenti dal petrolio e dal gas provenienti dalla Russia, che è uno dei maggiori esportatori mondiali di combustibili fossili, stanno cercando alternative per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

Da decenni i sistemi energetici a livello globale stanno attraversando una progressiva transizione verso fonti a ridotto impatto ambientale. Questo obiettivo deve andare di pari passo con la necessità di garantire sicurezza energetica.

Pale eoliche in Ucraina | Fonte: Unsplash

Come azioni prioritarie bisogna dunque velocizzare il processo di diffusione e differenziazione delle risorse miscelando sapientemente gli investimenti in solare, eolico on e offshore e idrogeno. Lo ha spiegato nel dettaglio il piano in 10 punti dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che spiega come ridurre la dipendenza dell’UE dal gas naturale russo entro il prossimo inverno.

Mentre il piano si concentra in parte sulla decarbonizzazione attraverso una maggiore diffusione di energie rinnovabili, richiede anche una maggiore diversificazione del gas – e propone di ritardare temporaneamente la chiusura di cinque reattori nucleari in Europa.

Per capire meglio che direzione potrebbe prendere la situazione, un buon punto di partenza è la nuova strategia energetica dell’UE, rilasciata l’8 marzo. Quest’ultima raddoppia l’efficienza energetica, l’energia eolica e solare, con più ambizione rispetto all’attuale piano sul clima, e include tagli al gas russo.

Ma la maggior parte di quel gas sarà semplicemente scambiato con gas proveniente da altri paesi, attraverso gasdotti africani e spedizioni di gas naturale liquefatto (GNL) da Paesi come gli Stati Uniti. L’UE non sta quindi abbandonando il gas, sta solo modificando la sua provenienza. 

Diversi Paesi a lungo dipendenti dal petrolio e dal gas provenienti dalla Russia stanno cercando alternative per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

La discrepanza tra teoria e pratica si nota anche dalle dichiarazioni del ministro delle finanze tedesco Christian Lindner, del FDP (Partito Liberale Democratico) ha definito le energie rinnovabili “energia della libertà”, mentre il neo cancelliere Olaf Scholz le ha etichettate come “cruciali per la nostra sicurezza”. Eppure, al momento, la Germania continua a dipendere fortemente dalla Russia sia per il petrolio che per almeno il 50% del suo gas. La percentuale sarebbe anche più alta, se non fosse che la Russia ha ridotto le forniture di gas in Europa dall’anno scorso, come spiega l’Agenzia Internazionale dell’Energia in un recente report

In considerazione di questo, la coalizione Stand with Ukraine, che comprende centinaia di organizzazioni in tutto il mondo tra cui i gruppi ambientalisti Greenpeace e 350.org, ha chiesto di vietare le importazioni di energia russa. La pubblicazione di un poco rassicurante report sul clima da parte dell’IPCC, ha dato un ulteriore incentivo a portare avanti la transizione verso l’energia pulita.

Pannelli solari | Fonte: Dezeen

Secondo Anne-Sophie Corbeau, Global Research Scholar at Center on Global Energy Policy, l’attenzione si concentrerà su alcune tecnologie improntate alla decarbonizzazione, come le soluzioni di cattura e stoccaggio del carbonio e l’idrogeno, e sulla loro scalabilità.

Un potenziale limite a questo sviluppo potrebbe essere dato dal fatto che i governi, con le finanze pubbliche provate dall’emergenza Covid-19 e l’aumento dei costi dell’energia, non possiedono sufficienti risorse. Una strada possibile è quella messa a punto dal Regno Unito con l’Advanced Research & Invention Agency, che parte a maggio con un budget di 800 milioni di sterline fino al 2024.

Adair Turner, chair of the Energy Transitions Commission, un gruppo internazionale formato dalle principali compagnie energetiche, sostiene che un passo cruciale sarà quello nella ricerca di soluzioni per immagazzinare l’energia. Una delle problematiche connesse all’utilizzo di risorse sostenibili come solare o eolico è legata al fatto che sono condizionate dal cambiamento climatico e quindi non sempre in grado di assicurare un approvvigionamento energetico costante. 

Occorre velocizzare il processo di diffusione e differenziare le risorse miscelando sapientemente gli investimenti in solare, eolico on e offshore e idrogeno.

Una decarbonizzazione efficace deve tenere conto delle questioni legate alla sicurezza energetica. La diffusione su larga scala delle fonti green è imprescindibile, ma necessita di tempo, ossia di una fase di transizione che preveda, almeno sul breve-medio periodo, l’utilizzo di fonti fossili (in misura sempre minore) accompagnata maggiori investimenti volti alla mitigazione delle emissioni, come ad esempio la cattura e stoccaggio della CO2.

11 aprile 2022